Il Fagiolo Gialet, detto anche ‘fasol biso’ per la sua forma rotondeggiante, è un fagiolo estremamente particolare dal colore giallo intenso con note verdoline.
Fagiolo Gialét: caratteristiche
Il valore riconosciuto a questo fagiolo risiede nel sapore delicato e nell’alta digeribilità, anche per la buccia molto sottile che quasi si scioglie durante la cottura. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente adatto per l’alimentazione dei bambini e anziani e di chi fatica a sopportare la maggior ricchezza di cellulosa nella buccia di altri fagioli.
Le proprietà del Gialet
È tenerissimo, la buccia si scioglie in bocca, il sapore è delicato ed è molto digeribile. Lascia un sentore di castagna che si adatta bene ai dolci e che può anche accompagnarsi con il pesce. Attraverso l’ammollo (che deve durare 20 ore) e una cottura di almeno 1 ora facendo sobbollire, triplica le sue dimensioni e perde in buona parte la sua colorazione.
I fagioli Gialet sono prodotti con metodi tradizionalmente ecosostenibili, accuratamente selezionati e pazientemente lavorati. Proprio perché era un fagiolo ‘per i signori’ non si tramandano particolari ricette contadine: poiché il sapore è molto delicato, è ottimo nelle minestre d’orzo o semplicemente lesso con un filo di olio extravergine e un poco di cipolla.
Uno sguardo al passato
Il fagiolo Gialét è sempre stato un fagiolo di pregio: era coltivato non tanto per il consumo delle famiglie contadine quanto per essere venduto al “’padrone’ o ai ceti più agiati. E’ conosciuto da oltre un secolo come un prodotto gustato in occasioni speciali e venduto anche alla Città del Vaticano (per questo in passato veniva chiamato anche “Legume dei Papi”.
Questa varietà risiede nella memoria storica della Valbelluna e la sua coltivazione è documentata dall’ inizio del ‘900. È solo una, anche se tra le più pregiate, delle varietà coltivate in Valbelluna da dove, a partire dal 1530 circa, si diffusero i fagioli in Italia.
Il presidio Slowfood
L’ecotipo fagiolo Gialet fa parte della lista che la Regione Veneto indica come prodotti alimentari tradizionali a rischio di erosione genetica. Il fagiolo Gialét della Val Belluna è entrato anche nel novero dei Presidi Slow Food.
L’associazione fa parte della più ampia comunità leguminosa di ‘Slow Beans’, un insieme di 50 associazioni e comunità del cibo, che si sono conosciute attraverso il movimento di Slow Food. Queste associazioni organizzano ogni anno un Festival itinerante per celebrare il gusto dei legumi, con una mostra mercato e le Fagioliadi, gara semiseria tra ricette tradizionali ed innovative.
La coltivazione del Gialet
Da tempo il fagiolo Gialet è a rischio di erosione genetica poiché è coltivato solo da agricoltori nei paesi posti nella Val Belluna a destra e sinistra del fiume Piave, che si tramandano il seme in ambito familiare. La coltivazione è ancora oggi manuale.
La semina avviene a maggio, le piantine crescono sostenute a una pertica in legno oppure agli steli del mais, come un tempo, il raccolto si svolge a settembre.
Per approfondire ulteriormente
Sito Ufficiale del Consorzio per la tutela del fagiolo Gialet della Valbelluna – scopri di più >
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